Il paese è diviso in due parti: Roscigno Nuovo e Roscigno Vecchia, completamente disabitato dagli inizi del secolo scorso per effetto di due ordinanze emanate dal genio civile che imponevano l'evacuazione di quegli insediamenti a rischio di frane per la natura argillosa del terreno.
Roscigno Vecchia offre al visitatore un ambiente suggestivo e misterioso e qui ritroviamo quasi intatta la struttura urbanistica dei paesi cilentani, con i palazzotti, le cappelle signorili, le case povere abitante un tempo dai contadini e una chiesa del settecento. Oggi la storia di questo borgo rivive attraverso le fotografie storiche e i tanti oggetti di vita rurale raccolti e conservati nel museo della casa contadina allestito nei locali restaurati di una ex casa colonica e del vecchio municipio.
Da visitare: il Museo della Civiltà Contadina, la Chiesa di San Nicola di Bari (costruita nel 1770 e attualmente in restauro), la Fontana e il Campanile, tutte strutture architettoniche rimaste inalterate nel tempo, e le antiche tombe ritrovate su una piana del Monte Pruno a 2 km da Roscigno, dove sono venute alla luce abitazioni e sepolture con ricchi corredi risalenti ad un arco cronologico tra il VII e il III sec. a.C.: gioielli di ambra intagliata, armi, vasellame in argento, bronzo e in ceramica, utensili, appartenenti, tra l’altro, ad una tomba “principesca” (questo primo centro abitato è considerato il più antico villaggio enotrio-lucano).
Gli appassionati delle passeggiate nel verde possono risalire il corso del torrente Sammaro fino a giungere alla sorgente cristallina.