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Categoria: Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
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L'origine delle Grotte di Pertosa (la cui denominazione ufficiale è "Grotte dell'Angelo di Pertosa"),  è fatta risalire a ben 35 milioni di anni fa, sono le più importanti dell'Italia del sud, le uniche ad essere attraversate da un fiume sotterraneo, il Tanagro o Negro, il cui corso è stato deviato a scopo di utilizzo energetico. Così facendo l'entrata delle Grotte si è allagata, tanto da permettere l'accesso all'interno, solo attraverso suggestive barchette sapientemente guidate da esperte guide del Comitato Pro Grotte dell'Angelo.

Incuneate per circa 3000 metri sotto gli Alburni le Grotte, si snodano in una suggestiva serie di cunicoli ed antri, fino a terminare in tante "Sale" naturali, tutte con una caratteristica diversa.

Uomini dell'età del Bronzo, e forse anche della Pietra, qui scelsero di costruire le loro palafitte, le uniche, di cui si ha testimonianza, costruite all'interno di un sito come questo delle Grotte di Pertosa. Il particolare clima ed il tasso di umidità hanno fatto si che resti lignei di quelle antiche costruzioni, giungessero quasi intatti sino a noi, a testimonianza storica dell'avvenuto insediamento e di una lunga permanenza. Anche gli antichi Greci e poi i Romani, scelsero queste caverne naturali per i loro rituali e le cerimonie sacre, tanto che il primo ad accennare a questi luoghi fu Plinio il Vecchio. Rifugio dei Cristiani, che qui pregavano Cristo al sicuro da ogni pericolo, le Grotte continuarono a dare riparo all'uomo fino alla prima metà dello scorso secolo, quando gli abitanti del Vallo di Diano le usavano come rifugio sicuro antiaereo. Purtroppo la permanenza dell'uomo ha anche interferito con la costruzione calcarea di stalattiti e stalagmiti, andando a toccare la superficie delle opere calcaree naturali e lasciano così una patina che non ha più permesso alle gocce di calcio di far crescere ulteriormente le colonnine naturali.

Il tour all'interno delle Grotte inizia a circa 263 metri di altitudine sulla sinistra idrografica del fiume Tanagro, con una piccola ma suggestiva traversata in barca sulle acque verdi e ricche di calcio del fiume sotterraneo. Seguendo un percorso ben delimitato da corde sospese, la guida traghetta l'imbarcazione per circa 200 metri verso il cuore del monte e la sorgente, da dove si diramano i vari percorsi.

Il percorso turistico si snoda attraverso cunicoli, gallerie, strettoie e grandi Sale, tutte caratteristiche ed uniche nel suo genere: tra le tante segnaliamo la Sala delle Meraviglie; quella Grande, ove l'altezza sfiora i 24 metri senza che ci si renda conto di tale distanza. In realtà, i concetti di spazio e di tempo sono percepiti in modo diverso all'interno delle Grotte, come se il tempo scorresse più lento e lo spazio fosse più ristretto a misura d'uomo. Un sapiente gioco di luce ben evidenzia le mille figure e le costruzioni calcaree dalle forme più disparate che lasciano ampio spazio alla fantasia. Unica al mondo è la Sala delle Spugne, che da sola varrebbe tutta la visita. Anche la Sala dei Pipistrelli, così chiamata perché una volta era il rifugio di migliaia di questi animali che nel buio di questi luoghi trovavano conforto e riparo, presenta caratteristiche molto particolari e rare. Sulla roccia si vede ancora il segno di dove arrivavano gli escrementi di questi animali, che avevano ricoperto di tonnellate di guano oltre metà della Grotta dei Pipistrelli. Disturbati dalla presenza dell'uomo hanno poi lasciato questi luoghi per loro non più sicuri, lasciando a noi la scoperta delle meraviglie calcaree presenti in questa parte di Grotte. La Montecatini, oggi Montedison, società che si occupò di rimuovere il guano, ottenne da questo, tonnellate di materiale prezioso da utilizzare per fertilizzanti e cosmetici. La Sala dei Pipistrelli affaccia sul primo tratto del fiume sommerso percorso in barca all'entrata, proprio sopra un piccolo anfratto che fu scelto dal regista Dario Argento come location per una scena del film: "Il Fantasma dell'Opera". Ancora oggi si può ammirare questo set particolare, così come venne allestito dal celebre artista durante le riprese. Uscendo dalle Grotte ci si trova di nuovo immersi nella realtà del Vallo e nella ricca vegetazione che circonda questa zona.